Criptovalute gratis: L’ascesa degli airdrop

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Criptovalute gratis: L’ascesa degli airdrop

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

Nei ultimi tempi è possibile assistere alla crescente popolarità, da parte delle startup, della scelta dell’airdrop come metodo di distribuzione per il proprio token. Un recente esempio è dato da Eco, la criptovaluta creata dal cofondatore di Uber. L’airdrop è nientemeno che l’azione di regalare o cedere in cambio di azioni che non includono il pagamento i token creati dalla propria startup. Certo, questo può apparire controproduttivo in un primo momento, ma, come andremo a vedere, non l’è affatto.

Cos’è un Airdrop?

Ora che abbiamo un’idea generale di cosa sono gli Airdrop è il momento di scendere nei dettagli delle loro caratteristiche e di cosa queste comportano. Quando si tratta di distribuire una nuova criptovaluta, ci sono molte prospettive diverse. Immaginate se il governo volesse all’improvviso distribuire denaro gratuito per dare vita a una nuova valuta. Sorgono molte domande. Grazie alle criptovalute, sembra che vengono costantemente proposti nuovi metodi di distribuzione.

La prima moneta originale era il Bitcoin, e se ne si voleva un po’ all’inizio occorreva darci al mining personalmente. Non c’era modo di aggirare il problema. I miner sono stati premiati per aver contribuito alla rete e per aver mantenuto la blockchain. Ma nel corso degli anni sono emerse nuove tecnologie. Ad esempio il proof of stake (POS), l’ICO e gli smart contract introdotti dalla blockchain di Ethereum hanno cambiato i metodi di creazione delle criptovalute e ora anche dei token. Con le blockchain basate su algoritmi di consenso proof of work (POW), non c’è dubbio su come viene distribuita la criptovaluta. I miner sono responsabili dell’ambito del meccanismo del consenso. Con l’avvento di nuovi metodi di distribuzione, sono sorte anche controversie sulla correttezza (equità) di un simile approccio.

Ethereum ha dato il via ad un cambiamento

Ethereum ha davvero apportato molti cambiamenti nel mercato e ne ha creato uno nuovo, quello degli ICO. Ethereum stesso è un caso particolare in quanto è una blockchain dotata di algoritmo POW (originariamente era esclusivamente proof of work) che ha sostenuto un ICO. In sostanza, hanno ottenuto finanziamenti dagli investitori in cambio dei token ETH molti mesi prima che la piattaforma fosse effettivamente sviluppata. Una volta sviluppata, la Virtual Machine di Ethereum (EVM) e l’implementazione della tecnologia che permetteva la creazione di DAPP (applicazioni decentralizzate) ne hanno fatto la scelta ideale per la creazione di nuovi token. Poiché non c’è un sistema di mining dei token costruiti sulla blockchain dell’Ethereum, ci si deve chiedere come introdurli nell’ecosistema.

Per mezzo di Ethereum, è possibile creare una quantità illimitata di token molto facilmente. In realtà è molto più complicato, ma la rimozione del mining e l’introduzione di un numero fisso di token in un momento a scelta apre la porta a un mondo di nuove funzionalità. Molti hanno adottato il sistema degli ICO, in cui gli investitori possono ottenere una quantità dei token o delle criptovalute prima che queste vengano immesse sul mercato. Le ICO hanno suscitato molte polemiche e i governi hanno iniziato a combattere quello che alcuni hanno considerano emissione di titoli senza licenza. Anche se le ICO possono avere un ruolo di particolare rilievo nel futuro della finanza e dello sviluppo, esistono modi alternativi per distribuire token appena creati.

Cosa significa questo per gli investitori?

Immagina di ricevere 1.000 dollari solo per iscriverti a una newsletter. Questo è effettivamente quello che è successo a coloro che si sono iscritti alla newsletter di Onchain all’inizio del ciclo di vita del progetto. L’azienda, che sta costruendo la rete Ontology progettata per collegare le istituzioni del mondo tra loro, ha dato 1.000 dei suoi gettoni criptati “ont” a persone che si sono iscritte alla sua newsletter prima di una certa data.

Secondo CoinMarketCap, questi token sono stati distribuiti all’inizio di questo mese e ora vangono poco più di un dollaro l’unità. Keld Van Schreven, partner della società d’investimento blockchain Kryptonite1, ha dichiarato:

“Ontology aveva appena ricevuto un investimento privato e non necessitava di fare una crowdsale pubblica, così hanno semplicemente airdroppato a chi deteneva NEO.”

Il commento di Van Schreven tratta di una tendenza più ampia nel settore delle criptovalute. Quella nella quale gli emittenti di token raccolgono i fondi di cui hanno bisogno per mezzo di finanziamenti privati e poi saltano la vendita pubblica per mezzo di quello che viene chiamato un airdrop. In effetti, questi sono solo omaggi simbolici per i membri della comunità più interessati.

Justin Schmidt, di Translunar VC, ha ha notato la stessa tendenza e lo conferma dicendo:

“In quanto investitore non accreditato, si sta rivelando molto difficile trovare vendite pubbliche a cui partecipare fino a quando i token non saranno negoziati in borsa.”

Il funzionamento del sistema

L’idea delle vendite pubbliche era che le persone che acquistano sono quelle che capiscono il valore della piattaforma e promuoveranno il token. Gli airdrop, invece, cercano di raggiungere un obiettivo simile, ma aspettandosi che le persone che detengono il token saranno interessate a vedere la rete in funzione e il prezzo del token crescere. Di conseguenza quindi si presume che queste persone promuoveranno la piattaforma.

Conclusione

Gli airdrop stanno guadagnando sempre più popolarità come metodo di distribuzione per token e criptovalute. Questa tendenza è particolarmente positiva perché distingue ulteriormente le startup oneste. Perché una startup la quale non è onesta difficilmente riesce ad attrarre investimenti privati e anche se dovesse esserci riuscita sarebbe da aspettarsi vorrebbe comunque ottenere ulteriori fondi per mezzo di un ICO. Questo di certo non significa che le startup che preferiscono avere un ICO sono meno oneste ma solo che quelle che scelgono un airdrop sono degne una certa fiducia già solo per via di questa scelta.

Detto questo bisogna anche essere estremamente cauti a tutti i truffatori che sfruttano la parola airdrop come esca per attirare potenziali vittime. Mai inviare fondi (criptovalute o FIAT che siano) a chi offre un airdrop, non funziona così. Così come non bisogna mai mandare propri dati riservati o chiavi private dei propri portafogli.