I regolatori europei richiedono regolamentazione europea delle criptovalute

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I regolatori europei richiedono regolamentazione europea delle criptovalute

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

Due importanti autorità di regolamentazione europee hanno indipendentemente richiesto la regolamentazione di criptovalute e ICO a livello dell’UE.

european banking authority

In primo luogo, l’Autorità bancaria europea (EBA), un’agenzia di regolamentazione dell’UE, ha esortato la Commissione europea ad esaminare se sia necessaria una regolamentazione unificata delle criptovalute.

In un report pubblicato martedì, l’EBA ha dichiarato che le attività riguardanti le criptovalute non rientrano attualmente nella legislazione finanziaria dell’UE e, poiché queste sono “altamente rischiose,” è necessario mettere in atto regole appropriate per proteggere gli investitori.

L’EBA ha pertanto chiesto alla Commissione di effettuare un’analisi “globale” per determinare quali azioni possono essere necessarie a livello UE.

Adam Farkas, il direttore esecutivo dell’EBA, ha dichiarato:

“Gli avvertimenti dell’EBA ai consumatori e alle istituzioni sulle valute virtuali restano validi. L’EBA invita la Commissione europea a valutare la necessità di un’azione normativa per raggiungere un approccio comune dell’UE in materia di cryptoasset. L’EBA continua a monitorare gli sviluppi del mercato dal punto di vista prudenziale e dei consumatori.”

L’EBA ha inoltre consigliato alla Commissione di tener conto delle raccomandazioni che saranno emanate questo giugno dal Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI), l’organo di vigilanza mondiale sul riciclaggio del denaro.

Si prevede che il GAFI emetterà linee guida per la regolamentazione internazionale delle crypto che coprirà le borse di criptovalute, i fornitori di portafogli digitali e gli ICO.

Nel frattempo, nel corso del 2019, l’EBA ha dichiarato che adotterà una serie di misure per monitorare il settore delle criptovalute, come lo sviluppo di un modello di monitoraggio comune per le attività del settore, la valutazione delle pratiche commerciali relative alla pubblicità nel settore, la determinazione del trattamento delle partecipazioni delle banche o delle esposizioni a cryptoasset e altro ancora.

Anche una seconda agenzia di regolamentazione del blocco economico, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), ha pubblicato oggi una relazione sui cryptoasset e le OICR. Essa fornisce consulenza alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento europeo sulle norme esistenti che potrebbero essere applicate alle attività di criptovalute. Inoltre illustra le eventuali lacune normative da prendere in considerazione per i responsabili politici.

In particolare, il documento afferma afferma che alcune attività inerenti alle crypto potrebbero rientrare nel quadro finanziario MiFID dell’UE ed essere classificate come strumenti finanziari, anche se potrebbero essere necessari alcuni adeguamenti.

Steven Maijoor, presidente dell’ESMA, ha dichiarato:

“La nostra indagine sulle autorità nazionali garanti della concorrenza ha evidenziato che alcuni cryptoasset possono essere classificati come strumenti finanziari MiFID, nel qual caso si applicherebbero tutte le norme finanziarie dell’UE. Tuttavia, poiché le norme esistenti non sono state concepite tenendo conto di questi strumenti, le autorità nazionali garanti della concorrenza devono affrontare sfide nell’interpretazione dei requisiti esistenti e alcuni requisiti non sono adattati alle caratteristiche specifiche delle criptovalute.

Un’altra categoria di criptovalute non rientrerebbe nell’ambito della MiFID, ma dovrebbe comunque rispettare le norme antiriciclaggio. Inoltre, dovrebbe essere applicata anche la comunicazione dei rischi, per avvertire i consumatori dei rischi potenziali quando investono in cryptoasset, ha affermato.

Maijoor ha concluso affermando che:

“Per garantire parità di condizioni ed un’adeguata protezione degli investitori in tutta l’UE, riteniamo che le lacune e le questioni identificate sarebbero meglio affrontate a livello europeo.”