BitGrail: Exchange italiano citato da petizione per bancarotta

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BitGrail: Exchange italiano citato da petizione per bancarotta

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

BonelliErede, lo studio legale italiano che rappresenta le vittime dell’exchange di criptovalute hackerato BitGrail, ha presentato una petizione presso un tribunale italiano. Questo per dichiarare il fallimento dell’exchange ai sensi dell’articolo 6 della legge fallimentare italiana. Il fatto è stato annunciato da un rappresentante BonelliErede il Venerdì 27 aprile.

I dettagli

La mossa rappresenta l’ultimo sviluppo in una guerra di parole e avvocati che è esplosa tra il proprietario di BitGrail, Francesco “The Bomber” Firano, e la Fondazione Nano. Questa è iniziata dal momento che lo scambio ha riportato la perdita di 17 milioni di token Nano (XRB). Questi avevano un valore di circa 187 milioni di dollari al momento in cui è stato segnalato il furto, e 124 milioni al momento della stesura di questo articolo. In un’intervista Firano ha dichiarato che il furto risale al 19 gennaio. Dettaglio degno di nota visto che è stato segnalato per la prima volta l’8 febbraio 2018.

Secondo un post di Medium pubblicato da BitGrailVictimsGroup, BonelliErede sta presentando istanza di fallimento per conto di un creditore di BitGrail, Espen Enger. Questo è stato contattato da oltre 3000 ricorrenti, sempre secondo il post. La maggior parte delle vittime hanno riferito a Enger che “preferiscono una contabilizzazione immediata dei beni di BitGrail in fallimento”, temendo un ulteriore esaurimento dei loro beni:

“Nel presentare la dichiarazione di fallimento, si è deciso di affidarsi all’ordinamento giuridico italiano per risolvere il conflitto. Siamo fiduciosi che le autorità italiane siano nella posizione migliore per chiedere al sig. Firano di rivelare i fatti. Noi cerchiamo un’equa distribuzione dei beni piuttosto che permettere risoluzioni private in cui alcune vittime potrebbero trarre profitto da altre.”

La reazione di BitGrail al furto

Nel mese di febbraio, come abbiamo riferito, gli sviluppatori Nano inviato un’accusa che Firano aveva chiesto al team di nano di intervenire “al fine di coprire le sue perdite”, così come presumibilmente “fuorviare” la comunità per quanto riguarda la solvibilità della borsa. Firano ha sostenuto che la colpa non è dell’exchange, ma nel protocollo “totalmente inaffidabile” di Nano. L’accusa è che questo indica incoerenze nel timestamp dell’esploratore dei blocchi Nano. A metà marzo, BitGrail si è impegnata a rimborsare le vittime. La proposta era di coprire l’80% delle perdite emettendo il proprio token BitGrail Shares (BGS) di nuova creazione, con il restante 20% in XRB. L’avvertimento era che le vittime avrebbero dovuto firmare un accordo per rinunciare a qualsiasi azione legale contro l’exchange.

La saga legale, tuttavia, è decollata in aprile. Questo quando una causa collettiva negli Stati Uniti ha richiesto al Nano Core Team di lavorare duramente al protocollo del token per risarcire le vittime. Da allora, Nano ha deciso di sponsorizzare un fondo legale per fornire assistenza legale a tutte le vittime di BitGrail, in collaborazione con BonelliErede e Enger. Come da un sondaggio (riportato sotto) del 18 febbraio condotto su Twitter da “The Bomber” stesso, il 79 per cento dei 7.610 partecipanti su Twitter preferirebbe vedere il fallimento dell’exchange, piuttosto una nuova apertura.

Conclusione

L’exchange BitGrail ha decisamente affrontato il furto in maniera tutto tranne che professionale. Questo è l’ennesimo esempio di come servano exchange decentralizzati (DEX) in modo da non dover fare affidamento su persone le quali spesso dimostrano di non meritare affatto la nostra fiducia. Per fortuna, abbiamo avuto parecchi sviluppi positivi in materia. Un esempio è dato da Binance che intende sviluppare un DEX come parte del suo progetto Binance Chain. Altro esempio è dato da EOSfinex, annunciato come primo DEX che può competere con gli exchange centralizzati, sulla blockchain di EOS. Un progetto forse più interessante grazie a quanto sia unico nel suo approccio è l’exchange ibrido Qurrex.

Insomma, questi problemi stanno per diventare perlopiù questione del passato, ma nonostante questo è importante fare in modo che le vittime siano rimborsate con qualcosa di più che token senza valore creati appositamente.