BitGrail: Riaperto per tre ore prima di forzata chiusura

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BitGrail: Riaperto per tre ore prima di forzata chiusura

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

L’exchange di criptovalute italiano Bitgrail ha tweettato il mercoledì 2 maggio, l’attività è stata ripresa. Ma la cosa è durata poco. Infatti, solo tre ore dopo l’exchange è stato costretto a richiudere. Questo è solo l’ultima notizia che riportiamo a riguardo di questo exchange. La hack che lo ha colpito l’ha portato al fallimento e recentemente è stata consegnata una petizione per bancarotta.

I dettagli

Il tweet tradotto:

“BitGrail ha piacere di annunciare la riapertura del nostro exchage!

Visto il probabile sovraccarico dei server, è possibile che nelle prime ore ci potrebbero essere rallentamenti nella funzionalità del sito.

Grazie”

Bitgrail ha pubblicato una dichiarazione sul suo sito web più tardi quel giorno per spiegare il motivo della chiusura improvvisa, con specificano di non essere d’accordo:

“Questa mattina, a seguito della riapertura, ci è stato notificato un atto del Tribunale di Firenze che chiede l’immediata chiusura di BitGrail. Tale situazione permarrà fino a quando non sarà emessa una sentenza da parte del Tribunale, in merito alla richiesta di sospensione cautelare avanzata dallo studio legale Bonelli per conto di un cliente.

La decisione è prevista per il 16 maggio 2018.

Anche se non siamo d’accordo con questa decisione, siamo obbligati a rispettare la legge e a sospendere immediatamente qualsiasi attività di BitGrail.”

L’8 febbraio, come precedentemente riportato, è stata notata la mancanza di ben 17 milioni token Nano nei portafogli dell’exchange. Il valore di questi token ora ammonterebbe a circa 136 milioni di dollari. La perdita ha portato a controversie tra gli sviluppatori del Nano e il proprietario e operatore di BitGrail, Francesco “The Bomber” Firano. Firano dopo che gli sviluppatori hanno segnalato che Francesco aveva richiesto la modifica del registro del Nano per coprire le perdite, una pretesa che ha in seguito negato.

Non è ancora chiaro dove risieda la reponsabilità. Probabile sia mancata sicuerezza informatica dell’exchange o un problema con la blockchain di Nano. Detto questo, un aggiornamento di metà marzo di Bitgrail ha notato che gli utenti sarebbero stati rimborsati se nessuno avesse fatto causa. All’inizio di aprile, è stata intrapresa un’azione legale di classe contro gli sviluppatori di Nano. Questa sostiene che il core team di Nano ha venduto illegalmente titoli non registrati e che, per negligenza, ha travisato l’affidabilità dell’exchange BitGrail. La causa chiede l’attuazione di una hard fork con lo scopo di ripristinare i fondi degli utenti.

Conclusione

Bitgrail sembra sempre più una macchia nella reputazione della comunità delle criptovalute italiana. La reazione alla hack da parte della sua amministrazione ha infatti suscitato parecchia attenzione da parte dei media. Ora, BitGrail sarà anche ricordato come “L’exchange che ha riaperto per sole tre ore”.