Grams: L’ICO di Telegram potrebbe non esserci affatto

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Grams: L’ICO di Telegram potrebbe non esserci affatto

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

La metà dei 1,2 miliardi di dollari che il gigante della messaggistica sperava di raccogliere doveva provenire da un ICO aperto agli investitori pubblici. Nonostante questo i recenti documenti della SEC confermano che Telegram ha già raccolto 1,7 miliardi di dollari per mezzo di due vendite private. In questo momento, fonti a conoscenza dell’operazione ritengono probabile che l’impresa elimini del tutto la vendita al pubblico. In questo articolo verrà esaminata la credibilità di queste affermazioni e le loro conseguenze.

ICO: Solo problemi inutili per un progetto ben finanziato?

Per iniziare, la blockchain di Telegram, chiamata Telegram Open Network (TON), non è ancora stata costruita. In quanto tale, Telegram vende ciò che equivale sostanzialmente a cambiali per Gram futuri nel quadro dell’accordo semplice per i futuri token (SAFT). Ciò significa che, come risulta dalle registrazioni SEC della società, quest’ultima vende un titolo che non può essere venduto a investitori non accreditati (salvo alcune eccezioni).

Come precedentemente abbiamo riferito, la SEC ha iniziato a regolamentare le ICO e ci sono state le prime conseguenze. “L’ambiente normativo è strano e la maggior parte dei team ha più domande che risposte”, ha dichiarato Anthony Pompliano, partner generale di Morgan Creek Capital Blockchain. “Se i team possono raggiungere i loro obiettivi di capitale nelle vendite private, continueranno a fare in questo modo fino a quando non ci sarà meno ambiguità regolamentare”.

Questo sembra essere ciò che Telegram ha intenzione di fare. Sicuramte è impossibile dire con sicurezza quali sono le intenzioni del team. Questo in particolare dal momento che è stato dichiarato nulla circa l’ICO di TON. Il whitepaper spiega come la blockchain sarà utile a facilitare una rete di pagamenti più veloci, file-sharing, privacy decentralizzata, registrazione del dominio e altro ancora. Pompliano ha dichiarato:

“L’obiettivo della raccolta fondi è quello di accedere al capitale per consentire a un team di costruire un prodotto e un’azienda. Sembra che Telegram abbia già raggiunto il suo obiettivo e che quindi non vi sia motivo di procedere ad una vendita pubblica.”

L’ICO decisamente improbabile

In particolare l’ICO sembra improbabile se si considera la quantità di sforzo legale che comporterebbe. Per prima cosa, Telegram dovrebbe sottoporre al processo KYC e antiriciclaggio gli investitori per poter vendere a loro legalmente.

Per gli investitori privati noti, che sono stati identificati più volte a fini di investimento, il lavoro di verifica è meno gravoso, ma per chi sta investendo per la prima volta, è più difficile dimostrare di essere chi dicono di essere. Questo non è un piccolo sforzo e potrebbe non valer la pena per una società che ha già i fondi di cui ha bisogno.

Inoltre, c’è già un mercato secondario nel quale i piccoli investitori stanno comprando i token dalle persone che hanno ottenuto accesso alla vendita privata, secondo quanto afferma Alexander Borodich un allume del gruppo Mail.ru, una delle più grandi aziende tecnologiche della Russia, e un investitore che ha perso l’opportunità di investire nell’ICO di Telegram. Vista la situazione, ha affermato che non è chiaro se verrà tenuta una vendita pubblica.

Il whitepaper tecnico di TON descrive una vendita di token che continuerà in modo intermittente anche in futuro. Questa fase può essere una sorta di vendita pubblica, ma non inizierà fino a quando il protocollo non sarà lanciato. E secondo Sid Kalla del gruppo di consulenza Turing, costruire il prodotto prima di venderlo al pubblico sarebbe quella cosa intelligente da parte di Telegram. Infatti Kalla ha affermato:

“Le vendite private si sono tenute nel periodo di massima euforia del mercato. Perché una valutazione pubblica ritorni a quei livelli, la comunità delle criptovalute avrebbe bisogno di vedere qualcosa di concreto.”

Un ICO comporta anche esposizione a opinione pubblica

Questo è un altro motivo per via del quale Telegram può evitare di tenere una vendita pubblica per qualche tempo. Semplicemente da non dover avere a che fare con migliaia di opinioni indesiderate. Quando un’impresa decide di effettuare una vendita pubblica, introduce complessità nelle sue relazioni pubbliche. Ecco perché le grandi società quotate in borsa dedicano interi reparti alle relazioni con gli investitori, ha dichiarato Stephen Palley dello studio legale Anderson Kill. E questo è qualcosa che le giovani startup potrebbero non avere la capacità di gestire, ha spiegato.

“In questo mondo crepuscolare di crowdfunding per mezzp ICO, trovi una società che è nuovo di zecca, è una startup … Questa si trova improvvisamente migliaia, decine di migliaia, di persone che si sentono come se fossero parti interessate,” Palley ha continuato, aggiungendo: “Vuoi davvero dover gestire tutte queste persone?”

Mentre Telegram ha cinque anni, è ancora una società relativamente piccola che finora ha finanziato lo sviluppo della sua piattaforma di messaggistica con i fondi dei fondatori, il che suggerisce mancanza di esperienza nelle relazioni con gli investitori. Kalla ha concordato, dicendo: “Telegram sta cercando di risolvere diversi problemi tecnologici complicati (come lo sharding, per esempio) ci possono essere inevitabili ritardi e battute d’arresto. È probabile che gli investitori privati siano più abituati a questo tipo di attività rispetto al grande pubblico”.

Niente è sicuro

Detto questo, non tutti concordano sul fatto che Telegram rinuncierà alla sua vendita pubblica. “Non vedo alcuna motivazione per cui Telegram dovrebbe annullare la propria vendita pubblica”, ha scritto Joe DiPasquale, CEO del fondo di BitBull Capital. “Sembrano motivati a raccogliere più capitale possibile. Considerando che stanno puntando all’adozione di massa della loro base di utenti, non riesco a immaginare che essi estraniano le masse annullando la vendita pubblica”.

Anche se, sarebbe utile Telegram fornisca informazioni su quando e dove questa vendita dovrebbe avere lugo. Questo in particolare visto che la comunità delle criptovalute è invasa da attacchi di phishing i quali sfruttano le notizie dell’ICO di Telegram. Il sentimento di Dipasquale, però, non è quello prevalente. Anche se Telegram ha bisogno di più fondi, non sembra che stia avendo difficoltà a sollecitare da investitori esperti attraverso vendite private.

Borodich prevede che Telegram raccoglierà più soldi, fino adaumentare il totale a 2,5 miliardi dollari, attraverso un’altra vendita privata prima della fine dell’anno. Detto questo, perché c’è stato un freno all’entusiasmo nel settore delle criptovalute, Kalla ha detto, gli investitori probabilmente vorrebbero un punto di prezzo più basso per i Token. E così, disse:

“L’unica ragione per cui considero sensata una vendita simbolica pubblica è che vi sia una domanda o una pressione da parte dell’investitore o un obbligo contrattuale di liquidità.”

Conclusione

Visto quanto è complicato tenere un ICO e gestire anche tutto quello che ne consegue e l’apparente mancanza di difficoltà da parte di Telegram nel trovare finanziatori privati che forniscono fondi a sufficienza risulta effettivamente difficile trovare ragioni per via delle quali in questo caso convenga proseguire con un vendita pubblica. Detto questo, nessuna dichiarazione ufficiale non ha ancora fatto chiarezza sulla vicenda e niente è sicuro.