L’Unione Europea promuove la blockchain. 22 Stati Membri firmano: l’Italia no

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L’Unione Europea promuove la blockchain. 22 Stati Membri firmano: l’Italia no

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

22 stati membri hanno firmato il 10 aprile 2018 a Bruxelles, durante il Digital Day 2018, la dichiarazione che stabilisce la European Blockchain Partnership. Una collaborazione per sostenere il settore e facilitarne lo sviluppo comune negli Stati Membri della UE, i quali possono ora scambiarsi esperienze e competenze tecniche nonché di carattere giuridico. L’Unione Europea di fatto promuove la blockchain.

La dichiarazione è preparatoria al lancio di applicazioni basate su blockchain a livello UE e a beneficio del Mercato Unico, sia nell’ambito pubblico che privato. Lo scopo, si apprende leggendo il comunicato, è far giocare all’Europa un ruolo di primo piano nello sviluppo delle tecnologie blockchain.

L'Unione Europea promuove blockchain
22 Stati Membri dell’UE firmano la European Blockchain Partnership durante il Digital Day 2018 svoltosi a Bruxelles.

Unione Europea: la tecnologia blockchain promuove la fiducia degli utenti

La tecnologia blockchain rende possibile la condivisione di informazioni on-line, comprese quelle di carattere personale, in forma verificabile, permanente e sicura. La tecnologia è sempre più testata e con successo in ambito finanziario e nel prossimo futuro si integrerà sempre più con altri servizi digitali. Tra i servizi che potranno beneficiarne, l’energia (come le reti smart grid), la logistica, la medicina, le fabbriche per custodire i segreti industriali e garantire la sicurezza degli stabilimenti nell’epoca nascente dell’Industria 4.0 che vedrà le stesse fabbriche essere connesse in internet.

I servizi pubblici useranno la tecnologia blockhain

Mariya Gabriel, commissaria UE per l’economia e la società digitale ha commentato così l’importante dichiarazione:

“In futuro, tutti i servizi pubblici useranno la tecnologia blockchain. Blockchain è una grande opportunità per l’Europa e gli Stati membri di ripensare i loro sistemi di informazione, promuovere la fiducia degli utenti e la protezione dei dati personali, contribuire a creare nuove opportunità di business e stabilire nuove aree di leadership, a vantaggio dei cittadini, dei servizi pubblici e delle imprese. Il partenariato lanciato oggi consente agli Stati membri di collaborare con la Commissione europea per trasformare l’enorme potenziale della tecnologia blockchain in servizi migliori per i cittadini.”

Un patto per una maggiore interoperabilità tra gli Stati UE

La natura decentralizzata della blockchain e delle sue applicazioni consente di sfruttare a fondo l’intero Mercato Digitale Unico. Lo scopo di una collaborazione sinergica è di evitare approcci frammentati e garantire maggiore interoperabilità tra gli Stati UE.

Il partenariato creerà un ambiente favorevole e nel pieno rispetto delle leggi UE, con chiari modelli di governance per aiutare i servizi che utilizzeranno la blockchain in tutta Europa.

L’Osservatorio e il forum Blockchain dell’UE

La partnership è un ulteriore tassello nell’impegno della UE a favore della blockchain, essa è la terza iniziativa dopo l’Osservatorio e il Forum Blockchain dell’UE.

L’Unione Europea ha già investito 80 milioni di euro a febbraio 2018 per sostenere progetti nelle aree tecniche e sociali. Entro il 2020 saranno assegnati 300 milioni di euro alla blockchain.

Spicca la mancata firma dell’Italia

Come ricordato la European Blockchain Partnership è stata firmata da 22 Stati UE, addirittura ha firmato il Regno Unito che presto andrà via, ma l’Italia no: non era presente. Lo sono invece:

Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e UK già citato.

Gli altri Membri dell’UE e dell’Area Economica Europea, si legge sempre nel comunicato, sono invitati a far parte della European Blockchain Partnership.