Perché il 2020 sarà l’anno del Bitcoin

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Perché il 2020 sarà l’anno del Bitcoin

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

L’anno in corso e il prossimo potrebbero essere il primo grande test per le criptovalute: una recessione all’orizzonte, la pandemia, l’halving e l’elezione negli USA… Sopravvivrà e prospererà Bitcoin?

Il 2020 è potenzialmente un anno spartiacque per il bitocin, i progetti delle criptovalute e la finanza mondiale.

Un ex dirigente di Goldman Sachs ha restituito nuova vita alla teoria del bitcoin come bene rifugio, affermando che ha deciso di trasferire un quarto del suo portafoglio nel bitcoin. L’ex dirigente teme una crisi di insolvenza generalizzata e per questo starebbe investendo un altro 25% del portafoglio in oro e un ulteriore 25% in liquidità.

Quando una società dichiara fallimento, significa che non ha più soldi per pagare i debiti, i prestiti, i fornitori e gli stipendi degli impiegati.

Se molte società sono costrette a dichiarare banca rotta, si delinea un effetto domino sull’economia che si propaga toccando anche altri settori che vanno in default nei mesi successivi.

Il dirigente afferma di aver trasferito una larga porzione del suo portafoglio finanziario in bitcoin come fondo contro il collasso delle attività. Dal momento che bitcoin non “produce” nulla, allo stesso modo dei lingotti d’oro conservati in un forziere che non ha valore intrinseco, esso può essere visto come un asset che può presumibilmente resistere alla tempesta generata dalla turbolenza economica in atto.

Questo potrebbe essere una strategia prudente in un momento in cui le azioni e le materie prime hanno mostrato un futuro incerto, poiché non si conosce ancora la portata reale della crisi. Limitare il proprio portafoglio al bitcoin, all’oro e al contate come sta facendo questa figura, potrebbe essere il modo più sicuro di salvare le proprie risorse.

Il 2020 potrebbe risultare l’anno del grande stress test di bitcoin, con il nuovo coronavirus che getta un’ombra sull’economia (la prima di vaste proporzioni dal 2008) e il primo grande test per il bitcoin che a maggio subirà un halving che porterà alla riduzione delle ricompense, e poi ancora le elezioni presidenziali statunitensi a novembre 2020 che si andranno a cumulare con l’uscita definitiva del Regno Unito dall’Ue dopo il periodo di transizione.

Il legislatore statunitense ha discusso in marzo l’eventualità di adottare il dollaro digitale come mezzo per distribuire i trattamenti di fine rapporto a cittadini e imprese USA, il che dimostrerebbe come il concetto alla base delle criptovalute viene preso sul serio dagli Stati.

La Banca centrale della Corea del Sud ha avviato un programma test della durata di 22 mesi per sviluppare il proprio won digitale. Un periodo di test lungo che potrebbe mostrare le possibilità e i limiti della digitalizzazione delle valute digitali e fornire un quadro esaustivo sulle dinamiche, ma anche un esempio per altre nazioni.

I test dovrebbero esaminare la tecnologia blockchain come modello di distribuzione con cui verificare se possa essere integrato con successo nei meccanismi e procedure finanziarie esistenti.

Il 2020 e anche il 2021, potrebbe essere il tempo in cui i progetti di criptomonete giungono finalmente a compimento e vengono finalmente testati per gli usi e le applicazioni del mondo reale, rendendo questo un momento molto eccitante per gli investitori e i sostenitori delle criptovalute.